Acquistare il vino
Leggere le etichette
Categorie e denominazioni sono:
- “Vini da tavola” o semplicemente “vini”: non sono disciplinati; esiste la possibilità di riportare il nome del vitigno e l’annata di raccolta ma senza fare riferimento alle aree geografiche.
- IGT (Indicazione geografica tipica): indicano il territorio di produzione di ampia dimensione; possono riportare il nome del vitigno.
- DOC (Denominazione di origine controllata): sono vini regolati dal disciplinare di produzione; può essere indicato il vitigno, il metodo di produzione ed altre qualificazioni del prodotto.
- DOCG (Denominazione di origine controllata e garantita): seguono le stesse regole dei DOC con disciplinari più rigorosi; l’analisi qualitativa è verificata anche al momento dell’imbottigliamento.
- VQPRD (Vino di qualità prodotto in regioni determinate): raggruppa DOC e DOCG e può contenere l’indicazione della sottozona: comune, frazione, fattoria, podere e vigna.
Dal 1 agosto 2009 le denominazioni DOCG, DOC e IGT sono state riunite in DOP e IGP, per assimilare il sistema di riconoscimento, tutela, controllo e vigilanza dei vini a quello degli altri prodotti alimentari. Scompare la sigla VQPRD. Con la nuova OCM Vino, inoltre, le denominazioni sono assegnate dall’Unione Europea e non più a livello nazionale.
Il passaggio al nuovo sistema di denominazione si estende a tutti i Paesi dell’Unione Europea.
In Italia il 50% della produzione vinicola è tutelato dalle denominazioni di origine o dalle indicazioni geografiche territoriali (38 DOCG, 316 DOC e 118 IGT).
Nel passaggio da un sistema all’altro, sono classificati come DOP i vini in cui il 100% delle uve proviene dall’area di produzione indicata nel disciplinare e IGP quelli realizzati con almeno l’85% di uve provenienti dalla zona di riferimento.
In entrambi i casi, come avviene per tutti i prodotti alimentari protetti da denominazioni, il sistema di controllo è affidato ad un organismo terzo, esterno alla filiera vitivinicola.
Con il nuovo sistema comunque non scompaiono le vecchie sigle che siamo abituati a leggere sulle etichette. L’Unione Europea prevede, infatti, la possibilità per gli Stati membri di mantenere le denominazioni tradizionali.
Dunque, si continuano a leggere in etichetta le sigle DOC, DOCG, IGT per i vini italiani, ma anche AOC o Vin de Pays per quelli francesi e Landwein per quelli tedeschi.
Da notare che, dato l’aumento di indicazioni obbligatorie sull’etichetta, molti produttori ricorrono ad una controetichetta sul retro, in cui sono riportate in tutto o in parte le diciture di legge. In questo modo l’etichetta principale può conservare le sue caratteristiche di “biglietto da visita” della bottiglia, che comprende colori, stile del carattere, disegni, in cui la tradizione e magari un elevato valore artistico sono di sicuro impatto sul cliente.
Identificare il vino
Bianco, rosso, spumante, passito. Le possibilità di scelta sono tante e quasi infinite. Per acquistare consapevolmente il vino è importante conoscere le varie tipologie che si trovano sul mercato e che spesso posso confondere il cliente.
I vini sono il risultato di una serie di fattori complementari come la tipologia di vitigno, il suolo, il clima, la zona di produzione, la cura e la serietà del produttore nel processo produttivo, tutti fattori indispensabili per ottenere dei vini di qualità. Un vino ottenuto dallo stesso vitigno avrà delle caratteristiche diverse a seconda del luogo da dove proviene, dal suolo e dal clima e appunto della filosofia di lavoro del produttore.
I vini si differenziano tra loro per il sistema di vinificazione (vini normali e speciali)
I vini normali sono quelli che vengono prodotti dopo aver subito un solo processo di vinificazione, quindi senza interventi tecnici successivi e aggiunta di altri componenti. Sono vini speciali quelli che dopo il processo di vinificazione e prima di essere venduti vengono sottoposti ad ulteriori interventi o all’aggiunta di altri componenti.
Vini normali:
- Vino rosso:la vinificazione in rosso (rosso rubino) è caratterizzata dalla macerazione, cioè dal contatto delle vinacce (bucce e vinaccioli) con il mosto che si sta trasformando in vino, allo scopo di estrarre da queste le sostanze che caratterizzeranno il prodotto finale (colore, tannini, aromi, ecc.).
Altri fattori che concorrono alle caratteristiche finali del colore sono il tipo di vitigno, il terreno, la forma di coltivazione. La colorazione rosso rubino sarà presente nel vino giovane e nel vino novello, sfumature violacee/porpora che scompariranno in tempi brevi.
Successivamente compariranno sfumature granate ed aranciate: questo è un processo evolutivo del vino legato all’influenza delle sostanze tanniche, che non sono solo presenti nell’acino, ma anche nell’elaborazione in botte, in cui si trovano i cosiddetti tannini gallici. La presenza dei tannini è indispensabile per garantire la longevità dei vini. - Vino bianco:nella vinificazione in bianco, durante la fermentazione non c’è il contatto tra il mosto e le vinacce. La macerazione è quindi assente, tranne nel caso in cui si vogliano ottenere vini ricchi di alcol e personalità, destinati all’invecchiamento. La raccolta ed il trasporto delle uve a bacca bianca va fatta con molta cura, la maturazione dev’essere controllata e le uve debbono essere sane, spremute in modo delicato ed a temperatura controllata.
Si può ottenere vino bianco anche a partire da uve a bacca rossa o nera; perciò ci si può chiedere qual è l’autentico colore del vino bianco. In effetti esso può avere molteplici tonalità, che vanno dal giallo verdolino (leggero di alcol, non di corpo, con profumi di fiori bianchi freschi, frutta acerba) al giallo ambrato (vini evoluti), caratteristica che rivela una macerazione prolungata, il passaggio in legno, l’assenza di filtrazione, l’alcolicità elevata. - Vino rosato:prodotto seguendo le medesime procedure di vinificazione adottate per il rosso, il rosato viene sottoposto a un periodo di macerazione molto breve, dell’ordine di qualche ora. Questi vini hanno caratteristiche organolettiche più simili a quelle dei vini bianchi, sono delicati, freschi e molto fragranti.
- Vino novello:si ottiene mediante macerazione carbonica. Grappoli interi vengono posti in vasche con l’aggiunta di anidride carbonica, dove vengono lasciati per 5/10 giorni a circa a 30 °C. Ha colore intenso e forti aromi vinosi, floreali e fruttati, buona tannicità. Tale vino non è adatto all’invecchiamento.
- Vino passito :viene ottenuto da uve bianche o nere appassite. L’appassimento può avvenire in maniera naturale sulla pianta (eseguendo la vendemmia tardivamente), in alcuni casi con risultati eccezionali (riesling, gewurztraminer, sauvignon, moscati e malvasie), oppure artificialmente, mettendo l’uva su dei graticci sui quante li viene fatta passare aria calda, oppure per effetto di una muffa, la Botritys Cinerea o “muffa nobile”, che con la sua coltre fa evaporare l’acqua contenuta nell’acino e aumenta la concentrazione degli zuccheri e della glicerina ma meno acidi.
Vini speciali :
- Vino spumante: in seguito ad una vinificazione tradizionale come per un normale vino bianco, viene aggiunto il “Liquer de Tirage”(sciroppo di vino contenente zucchero di canna o barbabietola, lieviti selezionati e sostanze minerali), per provocare una rifermentazione che può avvenire in bottiglia (Metodo champenoise o Classico) o in autoclave (metodo Charmat o Martinotti).
I migliori spumanti vengono prodotti con il Metodo Classico: in seguito ad una tradizionale vinificazione, viene aggiunto il “liquer di tirage” (sciroppo di vino contenente zucchero di canna o barbabietola, lieviti selezionati e sostanze minerali), per provocare la rifermentazione in bottiglia. I vitigni più importanti dai quali si ottengono i migliori risultati sono il pinot nero e lo chardonnay, ma anche con il pinot bianco, pinot grigio, e il riesling si possono ottenere risultati eccellenti. La combinazione dei vini base è un passaggio fondamentale per la qualità del prodotto finale. Il passaggio successivo è l’imbottigliamento. Le bottiglie vengono sigillate con un tappo a corona di acciaio inox, accatastate in posizione orizzontale in assenza di vibrazioni, rumori, luce, calore. Il vino inizia così una lenta fermentazione. L’affinamento sui lieviti è la fase successiva che può variare a seconda della zona di produzione. In Francia e in Italia il periodo minimo di affinamento è di 18 mesi per gli spumanti non millesimati. Le caratteristiche di un vino spumante sono determinate dalla quantità di zucchero aggiunto nell’ultima fase del processo (il così detto liquer d’expedition o sciroppo di dosaggio) che ne determinerà la tipologia. Se non si effettua alcun dosaggio il prodotto si chiama pas dosé oppure Nature, Brut sauvage, Dosage Zero. - Vino liquoroso: prodotto da un vino base (di gradazione alcolica non inferiore a 12%) addizionato di mistella (mosto al quale è stata bloccata la fermentazione con aggiunta di alcol), alcol, acquavite di vino o mosto concentrato, per aumentarne la gradazione alcolica.
I più famosi sono il Marsala (Il vino liquoroso italiano più conosciuto), il Porto, il Madeira e lo Jerez. Sono vini ricchi e complessi, con profumi di miele e caramello, sapori decisi vellutati e persistenti. - Vino aromatizzato: di gradazione alcolica non inferiore al 16 % e non superiore al 21 % in volume. È prodotto partendo da un vino base neutro (di almeno 10°) al quale vengono addizionati alcol etilico, o acquavite, zucchero, estratti o infusioni di erbe e spezie. I vini aromatizzati più famosi sono il Barolo Chinato, Il Retsina (Grecia) e il Vermouth.
I contenitori
Le più note sono le seguenti:
- Albeisa: Bottiglia simile alla Borgognona, utilizzata in Piemonte soprattutto per i vini rossi di langa quali Barolo, Barbera e Dolcetto. È quasi sempre di colore marrone. Fu introdotta all’inizio del 1700 dai produttori albesi per distinguere i propri vini.
- Alsaziana: Simile alla renana, per vini bianchi.
- Bordolese: È caratterizzata da un corpo cilindrico, spalla pronunciata, collo relativamente corto. È la forma di bottiglia più comune, utilizzata sia per vini bianchi che rossi. Usata tradizionalmente nella regione del Bordeaux si è diffusa in tutto il mondo.
- Borgognotta: o Borgognona Usata tradizionalmente in Borgogna, i fianchi digradano per circa 2/3 dell’altezza, fino ad una breve sezione cilindrica. Non ha una spalla. È adatta sia ai bianchi che ai rossi ed è largamente usata in tutto il mondo. Il vetro è verde scuro o marrone per i rossi, talvolta chiaro per i bianchi.
- Champagnotta: Usata tradizionalmente per lo Champagne ed in seguito per gli altri vini spumanti, è di aspetto simile alla borgognona ma con una base più larga. È più pesante (spessa) a causa della pressione che deve reggere (fino a 10 atmosfere). L’imboccatura presenta una sporgenza sulla quale si fissa la gabbietta metallica che trattiene il tappo sottoposto alla pressione dell’anidride carbonica.
- Di bottiglie da Champagne esiste una serie di multipli dai nomi altisonanti, ripresi dalle pagine bibliche.
Questi giganti si usano per celebrare eventi straordinari, come una vittoria di Formula 1 - Magnum: bottiglia da Champagne o spumante dalla capacità di 1,5 litri (corrispondente a 2 bottiglie comuni). * Jéroboam: contiene l’equivalente di quattro bottiglie normali da 75 cl (quindi 3 litri). * Réhoboam: ha la capacità di 4,5 litri (corrispondente a 6 bottiglie comuni). * Mathusalem: contiene 6 litri (corrispondente a 8 bottiglie comuni). * Salmanazar: ha la capacità di 9 litri (corrispondente a 12 bottiglie comuni). * Balthazar. Di capacità pari a 12 litri, equivale a 16 bottiglie standard. * Nabuchodonosor: contiene 15 litri (corrispondente a 20 bottiglie comuni). * Melchior/Salomon: contiene 18 litri (corrispondente a 24 bottiglie comuni). * Primato: ha la capacità di 27 litri (corrispondente a 36 bottiglie comuni). * Melchisedec: contiene 30 litri (corrispondente a 40 bottiglie comuni). Chiantigiana Usata per i vini del Chianti al posto del tradizionale fiasco, la capienza è di 1.500 cl.
- Renana: Utilizzata per i vini bianchi, proviene dall’area del Reno, in Germania. È di forma cilindrico-conica molto allungata.